giovedì 16 maggio 2013

Condannato a 15 anni dal Tribunale dei minori, le motivazioni: «Totale assenza di scolarizzazione»

Il Tribunale per i minorenni di Milano ha concesso le «attenuanti generiche» a Remi Nikolic, il giovane nomade dai mille nomi e dall'età a lungo rimasta incerta, accusato di aver travolto e ucciso a bordo di un Suv l'agente di polizia locale Niccolò Savarino, anche sulla base del «contesto di vita famigliare» nel quale «è cresciuto, caratterizzato dalla commissione di illeciti da parte degli adulti di riferimento» e dalla «totale assenza di scolarizzazione». Lo scrivono i giudici nella sentenza con cui, a marzo, hanno condannato il ragazzo a 15 anni.


ATTENUANTI - Lo scorso 22 marzo, il ragazzo è stato condannato per omicidio volontario a 15 anni, mentre il pm aveva chiesto per lui 26 anni, senza il riconoscimento delle attenuanti. Il collegio del Tribunale per i minorenni (presidente Daniela Guarnieri), nelle motivazioni appena depositate, spiega, invece, di aver riconosciuto al giovane le attenuanti per «i precedenti penali non particolarmente rilevanti (un tentato furto in abitazione ed una guida senza patente), il contesto di vita famigliare nel quale Nikolic è cresciuto, caratterizzato dalla commissione di illeciti da parte degli adulti di riferimento, sostanziale totale assenza di scolarizzazione, l'intensità e la tipologia del dolo (nel caso di specie sia d'impeto, atteso il breve spatium deliberandi e la natura di dolo eventuale)».




Niccolò Savarino, Niccolò Savarino,
FREDDEZZA
- I giudici, però, chiariscono anche che le attenuanti generiche non possono essere concesse «nella loro massima estensione» a causa della «freddezza mostrata immediatamente dopo aver comesso il reato, la fuga, le reticenze e le mendacità». Il 12 gennaio 2012, l'agente Savarino, 42 anni, mentre stava effettuando un normale servizio di controllo in un parcheggio in via Varè, nei pressi di piazza Bausan, in zona Bovisa, venne travolto dal suv guidato dal nomade e il suo corpo fu trascinato dalla macchina per 200 metri. Soltanto tre giorni dopo, a seguito di indagini serrate, gli investigatori della squadra mobile di Milano, coordinati dal pm Mauro Clerici, riuscirono a fermare in Ungheria il giovane.


ALIAS - Ci furono subito dubbi sulla sua vera identità: tra i tanti alias venne preso per buono quello di Goico Jovanovic, 24 anni. Dopo l'estradizione, il ragazzo rimase per oltre due mesi nel carcere di San Vittore, con il gip e il Tribunale del Riesame che confermarono la misura cautelare, malgrado la difesa del giovane, rappresentata dall'avvocato David Russo, sostenesse che era minorenne. Ci si avvicinava, dunque, ad un processo davanti al Tribunale con l'accusa di omicidio volontario aggravato: pena massima l'ergastolo.

L'ETA' - La battaglia legale della difesa però, è andata avanti, tanto che è stata poi la stessa Procura di Milano, nell'aprile 2012, a trasmettere gli atti al Tribunale per i minorenni, perché si poneva seriamente il dubbio della minore età. Il ragazzo è stato quindi trasferito nel penitenziario minorile Beccaria e poi sono arrivati gli esiti di una perizia medico-antropologica e, infine, un certificato di nascita recuperato in Francia secondo cui il ragazzo era stato registrato all'anagrafe come Remi Nikolic ed era nato il 15 maggio del '94 in un carcere parigino, dove era detenuta la madre.


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