sabato 29 giugno 2013

DAL 1° LUGLIO LA CROAZIA ENTRA NELL'UNIONE EUROPEA. MA IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE E' ALLE STELLE E IL DEFICIT/PIL E' FUORI DAI VINCOLI

(fonte: sole24ore.com di Vito Lops)

È partito il conto alla rovescia. Dal 1° luglio la Croazia sarà il 28° Paese a far parte dell'Unione europea. Dopodiché inizierà il processo di valutazione per l'adozione dell'euro che richiede
almeno due anni dopo l'ingresso nell'Ue. 

La Croazia compie questo passo in un momento storico in cui tanto l'Unione europea quanto i Paesi dell'Eurozona non vivono storicamente un momento entusiasmante. L'Unione europea ha palesato diverse ruggini. Ultima quella che ha portato l'Inghilterra e la Repubblica Ceca a non firmare il Fiscal compact (accordo approvato il 2 marzo 2012 da 25 Stati sulle regole da seguire per il principio del pareggio di bilancio). 

E non se la passa bene nemmeno l'area euro che probabilmente vive, in 13 anni di vita, il momento peggiore della sua storia. Lo dimostra la nascita dei movimenti anti-euro in tutta Europa, dall'Alternativa per la Germania (Afd) guidato dal professore di economia Bernd Lucke all'Ukip di Nigel Farage. 

In questa scia domani a Parigi un gruppo di economisti presenterà un "manifesto per la solidarietà europea" nel cui programma è contemplata la graduale uscita dei Paesi dall'euro, a partire dalla Germania. 

Un percorso giudicato inevitabile dagli economisti che presenteranno il manifesto, per andare a compensare gli squilibri creati negli ultimi anni dalla rigidità del cambio, a partire dal forte surplus commerciale dei Paesi del Nord Europa a cui corrisponde in modo speculare il deficit dei Paesi della periferia che hanno debiti netti nei confronti del Nord per 700 miliardi di euro (come si evince dai saldi Target 2). 

I contrasti in seno all'euro riguardano anche le divisioni sull'applicazione dello scudo anti-spread varato dal governatore della Bce, Mario Draghi, lo scorso luglio, sulla cui legittimità si esprimerà nelle prossime ore la Corte Costituzionale tedesca. 

Intanto la Banca centrale europea indica che entro fine anno arriverà la ripresa economica. Staremo a vedere ma intanto vediamo come è messa la Croazia, dal punto di vista dei fondamentali, quando si appresta a compiere il passo verso Bruxelles. Per cercare di capire se si tratta di un passo più lungo della gamba e, in ogni caso, se è una scelta strategicamente valida (Croazia ai raggi x). 

Il debito estero della Croazia ammonta a 8 miliardi di euro. Il rapporto debito/Pil si attesta al 56,3% del Pil. Una soglia che rientra nei vincoli del Fiscal compact. Ma il deficit/Pil è fuori dai paletti europei che prevedono che non si sfori il 3% e si attesta a -4,6%. La Croazia finanzia il debito con tassi di interesse decennali del 4,9%, circa 70 punti base in più rispetto all'Italia e 40 rispetto alla Spagna. 

(fonte: sole24ore.com di Vito Lops)

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