
"Nella serena consapevolezza che l'esito dell'indagine della magistratura scrive il vice comandante confermerà l'assoluta correttezza della condotta della sottoscritta, che si è impegnata per mesi per assolvere un gravoso compito senza alcuna remunerazione, mi vedo costretta, a causa del notevole disagio e delle tensioni provocatemi dalle evidenti strumentalizzazioni che da più parti provengono in merito alla vicenda, a rassegnare con effetto immediato le mie dimissioni da componente della Commissione".
Un gesto legato unicamente all'esasperazione di veder sbandierare in giro la "vicenda concorso" quale punto forte di una campagna elettorale. Perché il fascicolo giudiziario, va detto, è stato aperto per falso ideologico come atto dovuto. Sotto la lente dei pubblici ministeri Laura Condemi e Ilaria Calò c'è il verbale del 26 luglio 2012, quello di insediamento della commissione esaminatrice composta da Giuliani, Scafati, il funzionario Sozzi e due segretarie dell'allora comandante. Secondo quanto denunciato dal Campidoglio in quel verbale c'è una irregolarità: pare non fossero presenti tutti i membri da cui era composta (uno era in ferie) e quindi tecnicamente quell'atto sarebbe nullo. La verità è che la riunione di insediamento si tenne il 28, quando l'assente Sozi tornò in servizio.
Nessuno dei membri della commissione poteva immaginare che il primo agosto Angelo Giuliani venisse rimosso dall'incarico di comandante della Municipale. E di certo, se è questa l'ipotesi investigativa "suggerita" da chi ha denunciato il presunto imbroglio, nessuno ha accelerato i tempi di insediamento della "giuria". Una giuria evidentemente scomoda.
(fonte: roma.repubblica.it)
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