Cittadini italiani all'estero
più sicuri in caso di emergenze o calamità.
L'Unità di crisi del Ministero
degli affari esteri può dare incarico agli operatori telefonici di inviare,
anche senza consenso, sms ai clienti italiani all'estero con informazioni utili
in situazioni di emergenza (indicazione del numero unico dell'Ambasciata del
Paese in cui si trovano, eventuali aree da evitare o punti di raccolta,
comportamenti a rischio ecc.).
Il Garante privacy ha detto sì alla procedura
che il Ministero degli affari esteri (Mae) intende adottare per affrontare le
emergenze in cui potrebbero essere coinvolti cittadini italiani e che prevede
anche l'invio di informazioni via sms.
Le modalità di intervento individuate
dal Mae rientrano nell'ambito delle iniziative adottabili per l'invio di sms di
pubblica utilità, già disciplinate con provvedimento generale del Garante nel
2003 (doc. web n. 29844).
In quella sede l'Autorità
aveva stabilito che gli operatori telefonici possono, in deroga alla disciplina
sulla protezione dei dati, inviare sms istituzionali senza il consenso degli
utenti solo in caso di disastri e calamità naturali o altre emergenze (ad es.
inondazioni, terremoti, epidemie etc.) quando disposto da un soggetto pubblico
centrale o locale che adotti un provvedimento d'urgenza.
Condizioni che
ricorrono nella procedura individuata dal Mae.
La procedura verrebbe infatti
attivata caso per caso, sulla base di un provvedimento del capo dell'Ufficio
consolare del Paese in cui si siano verificate le circostanze eccezionali,
redatto secondo le istruzioni fornite dal Mae o di propria iniziativa nelle
situazioni più gravi.
Il Garante ha comunque ribadito che le istruzioni
impartite dal Ministero e il provvedimento consolare prevedano espressamente la
deroga all'acquisizione del consenso degli interessati al trattamento dei dati
necessari per l'invio degli sms e individuino nel dettaglio le
"circostanze eccezionali" che autorizzano tale invio, in modo da
circoscrivere il più possibile l'ambito emergenziale e la conseguente deroga
alla disciplina in materia di protezione dei dati.
(fonte: garanteprivacy.it)
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